Dalla cronaca giungono notizie che speriamo possano tradursi in fatti positivi per i produttori agricoli che operano nella zona del Parco del Ticino: apprendiamo infatti che già 90 mila euro sono stati restituiti dall’ex responsabile del personale dell’Ente di Gestione del Parco del Ticino e del Lago Maggiore, il cui processo per rito abbreviato si è concluso ieri a Novara”.
Lo dichiara Gian Carlo Ramella, direttore della Coldiretti interprovinciale di Novara Vco.
E si tratta solo di una prima parte di una somma più ingente, che – secondo quanto appreso dai giornali – ammonterebbe ad oltre 296 mila euro nel solo 2012.
Ancora Ramella: “Soldi che vorremmo potessero essere destinati a risarcire i danni provocati dai cinghiali e dagli animali selvatici alle imprese agricole che operano nell’area del Parco del Ticino e che aspettano da svariati anni il relativo ristorno”.
Già la scorsa estate Coldiretti aveva sollecitato “un impegno diretto del Parco” nel caso in cui la Regione Piemonte non avesse provveduto a risarcire tutti i danni subiti dalle imprese agricole che operano in area parco: “Se la Regione non ha i fondi necessari, si impegni direttamente il Parco del Ticino” chiedevano lo scorso mese di luglio il presidente di Coldiretti Novara Vco Paolo Rovellotti e il direttore Ramella, per i quali “il giusto risarcimento alle imprese agricole che svolgono attività di presidio del territorio deve avere carattere di priorità: se l’agricoltura muore, si va a perdere una componente fondamentale nell’equilibrio economico, rurale, ambientale e paesaggistico del Parco stesso: un Parco non “custodito” dalla mano agricola si presenterebbe all’Expo 2015 come foresta. Con quale ruolo e prospettive, visto anche il tema dell’evento milanese? O forse si pensa che anche i cinghiali sono una componente utile?”
Nel frattempo, meritevole di attenzione è l’emissione delle indicazioni per l’attuazione delle procedure operative stabilite dalla vicina Provincia di Biella per il controllo del cinghiale, a tutela dei fondi agricoli.
Nelle note esplicative si precisa come l’intervento “potrà attuarsi durante tutto l’arco delle 24 ore, dandone comunicazione sia al soggetto attuatore (Atc Bi1, Ca Bi1, Gestore Zrc, Federcaccia e Libera Caccia, Aziende Faunistico Venatorie, in relazione all’area sulla quale il “cacciatore tutor” interviene) e, in ogni caso, alla Provincia di Biella, tramite Sms al numero telefonico che il soggetto attuatore metterà a disposizione del “cacciatore tutor” che opera sul territorio di competenza”.
Le informazioni richieste sono l’ora di inizio dell’intervento, (dall’uscita dalla propria abitazione) completo di indicazione del foglio e mappale, su cui si intende effettuare l’appostamento. (resta vietata la cerca con caccia vagante).
“Al termine dell’intervento – precisa ancora la Provincia di Biella – dovrà essere inviato un nuovo Sms con l’indicazione dell’ora di termine dello stesso e l’esito del medesimo, specificando il sesso dell’animale abbattuto”.
“Misure semplici e immediate, che potranno portare notevoli risultati anche sul territorio novarese se si trovasse la giusta condivisione per applicarle” conclude il direttore di Coldiretti Novara Vco Ramella.
“Attuarle anche nel Novarese è dunque altrettanto urgente in quanto ci troviamo di fronte ad un problema che sta assumendo proporzioni endemiche, una vera emergenza non solo per le continue invasioni nei campi, ma per la sicurezza dei cittadini, in primis per il rischio di incidenti stradali provocati dal proliferare di questi animali selvatici.